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Nessuno ci osserva

Niente è per sempre, niente è perfetto o completo. Si sbaglia, fa parte del percorso.


Oggi vorrei condividere con voi alcuni pensieri di questi ultimi giorni. Sono giorni di cambiamento, di nuove prospettive in arrivo, di insicurezza legata alla paura di fallire.


Fallimento: una parola non facile da pronunciare e da legare alla nostra persona. Eppure succede a tutti di sbagliare e fallire, per questo credo sia importante capire come possiamo scegliere di usare questa esperienza - a primo impatto negativa. Continuare a rimpiangere e criticare gli anni in quella relazione che ci ha distrutto, o in quel lavoro che non abbiamo ottenuto, o in quel progetto che è andato in fumo, renderà tutto solo più cupo e pesante. Pensare invece che tutto si trasforma e cambia continuamente, vi aiuterà a trasformare il fallimento in una lezione di vita.


Quando si inizia un nuovo progetto - come questo di As We Flow - la paura di fallire è più forte di tutto il resto ed è spesso ciò che ci limita nell'intraprendere una nuova strada. Iniziare qualcosa di nuovo implica un rischio maggiore di sbagliare durante il percorso. E questo ci porta a mantenerci nella nostra comfort zone, infelici nel presente per evitare il rischio di un errore che ci renderebbe infelici in futuro.


Quando ho detto ai miei genitori che volevo mollare tutto per diventare insegnante di yoga, mi hanno guardato come se fossi matta. Effettivamente, all'età di 28 anni, mollare un lavoro a tempo indeterminato con un mutuo alle spalle non è una scelta "a basso rischio". E la possibilità di fallire è elevata - basti pensare a quanti insegnanti di yoga online sono presenti al giorno d'oggi. Ho paura? Si. A volte penso che non riuscirò a vivere di questo? Certo. Ed è qui che è partito questo flusso di pensieri.


Il fallimento non è la fine della storia, sbagliare nel corso del proprio cammino è una forma di progresso. E ogni volta che falliamo, impariamo dai nostri errori e ci costruiamo un bagaglio di saggezza interiore che ci porteremo avanti nelle nostre esperienze.


E nessuno ci osserva, nessuno sta lì a guardarci in attesa di vederci fallire. Siamo solo noi stessi a giudicarci, a dirci che abbiamo fallito. Vi dirò una cosa: agli altri non gliene frega proprio nulla, sono tutti impegnati a badare ai fatti loro.


Cosa fare quindi per superare un fallimento? Come fare ad imparare dai propri errori?

Ecco gli step che mi aiutano a trasformare quel fallimento in un insegnamento.


  1. La prima cosa è essere sinceri e trasparenti con noi stessi: nominare l'errore, enunciare i fatti riguardanti l'accaduto.

  2. Fare chiarezza su chi stiamo incolpando e sul nostro ruolo invece nell'accaduto

  3. Capire quale può essere l'insegnamento che possiamo trarre dall'accaduto

  4. Riconoscere l'imperfezione, in noi o negli altri, che ha portato all'accaduto

  5. Perdonare e accogliere questa imperfezione

  6. Sguardo in avanti: non finisce qui, decidete cosa fare dopo


Ricordiamoci questo bel proverbio giapponese: "cadi sette volte, rialzati otto". Per poter cadere dobbiamo innanzitutto alzarci, e dopo che saremo caduti, avremo la possibilità di rialzarci nuovamente.



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